martedì 1 novembre 2011

Grazie Napolitano per difendere i diritti degli italiani!

Ebbene da Napolitano, manco mezza parola sui licenziamenti facili, almeno per il suo passato comunista che cacchio. Era comunista solo quando giustificava i carri armati sovietici che sparvano sulle popolazioni civili. Anzi sui licenziamenti facili, ha detto che chi governa, deve saper rpendere decisioni impopolari. Ecco ieri invece a televisioni unificate, chiedere l'abolizioen dei tagli all'editoria. Sono anni che i giornali attaccano i costi della politica, non certo per spirito di servizio, ma per il semplice fine di indebolire la politica economicamente e agli occhi del popolo, e far aumentare sempre più il poteere dei gruppi economici, Un partito per vivere, fare ocngresi, manifesti, avere sedi ha bisogno di soldi, e se non li prende dallo stato li deve prendere dai privati. Non certo i pensionati ma i grandi gruppi economici, che certo non fanno elemosina sena contropartita. ecco allora che da 20 anni a questa parte é la politica che ha bisogno dei poteri forti e non il contrario, e chi ne fa le spese? chi non é potere forte, studenti lavoratori epnsionati. E il colmo che tale popolino é ormai persuaso dell'idea che bisogna togliere i fondi pubblici ai pariti, e passare a quelli privati per abolire la corruzione.

La domanda è semplice: si può pagare qualcosa che abbiamo già pagato? Risposta affermativa se parliamo di quotidiani e se ci troviamo sullo stivale italiano. Con le nostre tasse finanziamo i grandi quotidiani nazionali che icassano quote agevolative sulla carta, stampare costa, e sulle spese postali.

Ecco la classifica con le somme annue percepite dai quotidiani:

Secolo d'Italia: 3 milioni di euro
Europa: 3,1 milioni di euro
Il Riformista: 3,4 milioni di euro
Il Foglio: 3,5 milioni di euro
Liberazione: 3,7 milioni
La Padania: 4 milioni di euro
Il Manifesto: 4,4 milioni di euro
Libero: 5,5 milioni di euro
Avvenire: 6 milioni di euro
L'Unità: 6,9 milioni di euro
La Stampa: 7 milioni di euro
Repubblica: 12 milioni di euro
Il Sole 24 Ore: 18 milioni di euro
Corriere della Sera: 25 milioni di euro

In Italia, unico paese al mondo, vengono erogati dallo Stato finanziamenti a tutti i giornali. Qualsiasi giornale, dal Corriere della Sera fino all'ultima Gazzetta, usufruisce di questi benefici. Questi fondi sono una sorta di risarcimento che lo Stato offre ai quotidiani, i quali non godono di un'importante quota di pubblicità che negli altri paesi i quotidiani hanno di diritto. In Europa la pubblicità può essere assorbita dalla televisione fino ad un massimo del 30% rispetto al totale. L'altro 70% è diviso tra giornali, circa 60%, e radio. In Italia non c'è questo tetto massimo per le tv che si accaparrano una grandissima quota di pubblicità lasciando solo gli spiccioli ai giornali, circa il 30%. I nostri giornali incassano quindi la metà rispetto ai concorrenti stranieri, l'altra metà è risarcita tramite le nostre tasse. Una perfetta quadratura di bilancio. La soluzione a questa situazione ci sarebbe: basterrebe fissare anche in Italia il tetto massimo per la tv. In questo modo i quotidiani verrebbero inondati di nuovi introiti pubblicitari e non ci sarebbe più bisogno di ricorrere ai finanziamenti statali.
Apriamo un altro capitolo e parliamo dei fondi all'editoria di partito. Il Riformista e Libero sono due giornali di partiti che non esistono. Il Riformista è organo del partito "Le ragioni del Socialismo", una rivista di Emanuele Macaluso, ma un partito inesistente nel nostro Parlamento. Il Riformista vende 3000 copie al giorno, in qualunque paese del mondo il quotidiano di Polito scomparirebbe, nel nostro sopravvive grazie ai soldi dei finanziamenti. Libero è un quotidiano organo del Partito Monarchico che in Parlamento non esiste. Bene, anche il quotidiano di Feltri, mascherato da giornale di partito, è finanziato coi nostri soldi pur essendo organo di un partito inesistente.

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