domenica 23 ottobre 2011

Euforia in Argentina: la crisi qui non arriva

Devo ammettere la mia ignoranza, ero rimasto all'Argentina in crisi, simbolo della bancarotta di stato. Eppure negli ultimi 10 anni ha viaggiato a vele spiegate verso il boom economico, ma perché nessuno ne ha mai parlato? tutti esaltavano la Spagna o la Polonia, mai nessuno l'Argentina. La risposta é chiara leggendo l'articolo e informandosi un po. L'argentina ha preso tutte quelle misure che l'Italia dovrebbe prendere per uscire dalla crisi senza nessun sacrificio. Ma sono invise alla destra e alla sinistra perché invisa ai gruppi economici che finanziano le loro campagne. 

"La svalutazione favorì le esportazioni...."
Ma per far questo ci vorrebbe una moneta propria, é stato sempre cosi, ma per spaventare il popolo si dice: andrete a comprare il caffè con le cariole di lire. Ma per il popolo cos'é meglio pagare un caffé 1000 lire e guadagnare 2 milioni al mese oppure pagare un caffé 2 euro e guadagnare 1000 euro al mese? L'inflazione non disturba il popolo, l'italia aveva l'inflazione a 2 cifre nel boom, ma mai ci furono manifestazioni per il potere d'acquisto, perché cresceva più dell'inflazione. L'inflazine é nociva solo per i patrimoni, non a caso quando i partiti popolari(DC e PC) divennero più deboli e avanzarono i partiti dei grandi patrimoni(berlusconi, moratti, de benedetti, tronchetti provera, colannino) ecco che si cominciò a ridurre l'inflazione dicendo che lo facevano per noi, chissà perché da quel momento il potere d'acquisto dei lavoratori si é ridotto all'osso e i grandi patrimoni italiani schizzati alle stelle.
Se ho un'inflazioen del 10%, ma il mio salario cresce del 20%, non mi interessauna cippa di andare a far spesa con la cariola.

 Una capriola che ha riportato l'Argentina, dopo il decennio delle privatizzazioni selvagge di Menen (anche lui peronista) volute dal Fondo monetario, al primato quasi assoluto di un nuovo statalismo.

Non é forse quello che è successo in Italia? ed é quello che ancora ci chiede L'FMI, svendere l'Eni é l'ultima cosa che ci resta da fare prima del tracollo. E anche qui destra e sinistra pari sono. Una sinistra che preme per privatizzare, cioé rendere ancora più forti i gruppi capitalisti del paese, é il colmo. L'IRI, svenduta da Prodi era la seconda multinazionale al modo, prima in Europa, oggi cosa ci resta? tutte le multinazioanli americane e francesi vengono a far compere nel nostro paese. Se lo stato possiede una certa azienda che fa un certo profitto e quindi ha una voce di entrata alternativa alle tasse , mi dite per quale ragione dovrebbe rinunciare a tale entrata e regalarla ai vari tronchetti? io l'unica spiegazioen la vedo nel fatto che poi il tronchetti finanzierà la campagna dell'uomo che gliel'ha svenduta. Thiè guarda caso prodi da presidente dell'Iri si candida alle elezioni.  Volete poi mettere l'eitca di un'azienda pubblica e una privata. Prendete la cirio, da pubblica per comprare considererà prima i pomodori italiani e soprattutto la qualità, se il prprietario è privato se potrà auentare gli utili comprando pomodori  marci in cina o il grano radioattivo in ucraina a un terzo del prezzo che fa? è esattamente quel che successe in tutte le aziende agroalimentari ex statali. Ma soprattutto se si tolgono allo stato tutte le entrate che non siano tasse, come si vuole che lo stato non tassi se ha bisogno di maggior liquidità? é l'unica cosa che gli rimane da fare, si é messo da solo in un vicolo cieco. E sentire ancora oggi i vari Bersani, che dicono che ci vogliono più liberalizzazioni e privatizzazioni fa veramente rabbia. Ma si sa una bugia ripetuta 1000 volte è più forte di 1000 verità. Ecco a forza di associare liberalizzazioni a progresso nei vari talk, tg, salotti ecc tutti, anche mia nonnna, pensano che privatizzare sia una buona cosa. Un po' come l'inflazione un nemico da combattere.

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